
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una nuova opportunità per i possessori di criptovalute: la rivalutazione fiscale delle cripto-attività al 18%.
La data chiave è il 1° gennaio 2025, giorno in cui è possibile “fissare” il nuovo valore d’acquisto ai fini fiscali, pagando un’imposta sostitutiva in un’unica soluzione o in tre rate annuali.
Questa misura si affianca all’eliminazione della soglia di esenzione di 2.000 euro e all’innalzamento dell’aliquota ordinaria al 33% previsto dal 2026, rimodellando in modo significativo il panorama fiscale delle criptovalute.
In questa guida vedremo
- Cosa significa la rivalutazione al 18% e quando può essere conveniente.
- Strategie e vantaggi concreti per gestire il portafoglio dopo il 1° gennaio 2025
- Come evitare errori e contestazioni con l’Agenzia delle Entrate
- Il servizio dedicato di Moneyviz per la rivalutazione e il supporto fiscale
Rivalutazione Crypto al 18%: Perché È Importante?
Con la nuova norma, chi possiede criptovalute potrà rideterminare il valore di carico (o “costo fiscale di acquisto”) al 1° gennaio 2025.
Il vantaggio immediato?
- Versare il 18% sul valore di mercato delle criptoattività detenute al 1° gennaio 2025 anziché pagare il 26% (o il 33% previsto dal 2026) sulle plusvalenze future.
In pratica, se negli anni seguenti venderai (o farai “cash out”) le criptovalute rivalutate, la tassazione sulle plusvalenze sarà calcolata solo sull’eventuale differenza fra il nuovo valore “rivalutato” e il prezzo di cessione.
La data del 1/1/2025 è cruciale, perché è il giorno in cui si “fotografa” la situazione:
Se desideri vendere interamente una particolare criptovaluta in tuo possesso (ad esempio vendere tutti i Bitcoin ovunque detenuti) dopo il 1° gennaio 2025, potrai scegliere quali asset rivalutare (e pagare il 18% di imposta sostitutiva) tenendo conto che potrai scegliere quale criptovaluta rivalutare ma non è consentita la rivalutazione parziale (a titolo di esempio se decidi di rivalutare i tuoi Bitcoin non potrai rivalutarne soltanto 5 dei 15 detenuti)
Esempio Pratico
- Possiedi 10 Bitcoin, ma intendi liquidare in Fiat solo 3 BTC a inizio 2025. Per ottimizzare la rivalutazione, potevi convertire i 3 BTC in un’altra cripto (ad esempio Ethereum) prima del 31/12/2024.
- Al 1° gennaio 2025 avrai dunque 7 Bitcoin e, poniamo, 86 Ethereum. A questo punto potrai decidere di rivalutare soltanto gli Ethereum al 18% e vendere poi gli ETH (già “rivalutati”) dal 2 gennaio in poi.
- Così facendo, pagherai l’imposta sostitutiva al 18% anziché il 26% o il futuro 33%.
Questa strategia funziona poiché in Italia non sono rilevanti fiscalmente le conversioni fra criptovalute con analoghe funzioni (es. Bitcoin ↔ Ethereum), mentre sarebbero invece fiscalmente rilevanti quelle verso stablecoin di tipo Emoney Token (es. USDC/EURC al momento), equiparate a moneta elettronica.
Come Funziona la Rivalutazione al 18% dopo il 31/12/2024
Valore di Rivalutazione
- Si utilizza il valore di mercato delle criptovalute al 1° gennaio 2025.
- La base di calcolo deve essere determinata in base alle quotazioni della piattaforma utilizzata o di siti aggregatori di prezzi (a titolo di esempio la maggior parte dei dati utilizzati da Moneyviz vengono da Coinmarketcap).
Aliquota e Versamento
- L’aliquota sostitutiva è del 18%.
- Pagamento dell’imposta entro il 30 novembre 2025, in un’unica soluzione o in 3 rate annuali (2025, 2026, 2027), con un tasso d’interesse fisso del 3% sulle rate successive alla prima.
Attenzione alle Minusvalenze
Se dopo la rivalutazione (ad esempio rivalutando un ETH a 3.000 euro) dovessi vendere l’asset a un prezzo inferiore (esempio 2.500 euro), non potrai compensare quella “minusvalenza”: per legge, non hai diritto a nessun recupero o compensazione
Cosa Fare per Massimizzare il Vantaggio della Rivalutazione?
1. Decidere quali Coin Rivalutare
- La legge permette di scegliere se rivalutare solo alcuni cryptoasset (e non altri) all’interno del tuo portafoglio.
- Non è ammessa la rivalutazione “parziale” di una stessa moneta (se rivaluti Bitcoin, sei obbligato a rivalutare tutti i Bitcoin in tuo possesso).
2. Programmare i Cashout
- Puoi vendere fino a Novembre 2025. Puoi attendere qualche mese, verificare la convenienza ed eventualmente versare l’imposta sostitutiva entro fine novembre 2025.
- Se decidi di vendere (o convertire in Fiat) prima del versamento dell’imposta, ricorda di tenere da parte la liquidità necessaria a coprire il 18%.
3. Evitare le Stablecoin EMT
- Se rivaluti scegli conversioni crypto-to-crypto in cui entrambe le valute siano considerate “cripto-attività con analoghe funzioni” (ad esempio BTC ↔ ETH).
- Le stablecoin di tipo EMT – E-money Token (come USDC ed EURC) sono assimilate dalla normativa a moneta elettronica e potrebbero far scattare la tassazione già in fase di conversione.
- Evita di usare per la rivalutazione USDT (Tether) perchè sebbene al momento non ha la licenza come emittente di E-Money Token non ha senso rischiare interpretazioni controverse di breve termine.
Perchè può convenire valutare la rivalutazione crypto nel 2025?
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Aliquota più Bassa Rispetto al Futuro
- L’aliquota ordinaria passerà gradualmente dal 26% al 33%. Pagare il 18% ora può far risparmiare fino a 15 punti percentuali in vista di una cessione futura.
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Eliminazione Soglia di 2.000 Euro
- Dal 2025 sparirà la soglia di esenzione di 2.000 euro, per cui anche piccoli investitori dovranno essere in regola con dichiarazione RW e calcolo delle eventuali plusvalenze.
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Non È una Sanatoria
- La rivalutazione non esonera da precedenti obblighi dichiarativi (esempio se non hai dichiarato le tue cripto negli anni passati, devi comunque regolarizzare la tua posizione).
- Non azzera eventuali accertamenti sull’origine dei fondi o sul monitoraggio fiscale pregresso.
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Flessibilità nei Tempi di Vendita
- Non devi vendere immediatamente se vuoi aderire alla rivalutazione. Puoi decidere la strategia di uscita (cash-out) in base alle condizioni di mercato e all’eventuale aumento dell’imposta.
- Puoi comportarti operativamente COME SE aderissi alla rivalutazione e poi valutare a Novembre 2025 se è conveniente nel tuo caso
Esempi pratici e strategie: quando la rivalutazione conviene o no?
La decisione di procedere con la rivalutazione fiscale delle criptovalute al 18% richiede un’attenta analisi della propria situazione specifica e delle proprie strategie di investimento. Non esiste una risposta universale, e ciò che risulta vantaggioso per un investitore potrebbe non esserlo per un altro.
In generale, la rivalutazione tende ad essere più conveniente per chi:
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Possiede criptovalute acquistate a prezzi significativamente inferiori al valore corrente
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Prevede di vendere nel breve-medio termine
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Dispone della liquidità necessaria per pagare l’imposta sostitutiva senza dover vendere parte dei propri asset
Al contrario, è generalmente meno vantaggiosa per chi:
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Ha acquistato recentemente con plusvalenze minime
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Possiede asset in perdita rispetto al prezzo di acquisto
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Intende mantenere l’investimento per orizzonti temporali molto lunghi
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Non dispone della liquidità necessaria per pagare l’imposta sostitutiva
In ogni caso, prima di procedere con la rivalutazione, è consigliabile consultare un professionista fiscale esperto in criptoattività o uno strumento specializzato come quello messo a disposizione da Moneyviz per aiutarti a simulare con precisione l’impatto fiscale delle diverse opzioni.
Esempio 1: Investimento con forte apprezzamento di valore
Consideriamo il caso di Satollo, che ha acquistato 2 Bitcoin nel 2015 a €500 ciascuno. Al 1° gennaio 2025, ogni Bitcoin vale €90.000, per un totale di €180.000. Mario prevede di vendere entro la fine del 2025.
Senza rivalutazione: Pagherebbe il 26% di tasse su (€180.000 – €1.000) = 26% di €179.000 = €46.540
Con rivalutazione: Pagherebbe il 18% su €180.000 = €32.400
Risparmio fiscale: €14.140
In questo scenario, la rivalutazione è chiaramente vantaggiosa perché l’apprezzamento è stato estremamente significativo rispetto al costo originale, e il differenziale tra l’aliquota del 18% e quella del 26% crea un consistente risparmio fiscale.
Senza considerare che in caso di vendita nel 2026 (con la nuova aliquota al 33%) la differenza sarebbe stata ancora più marcata.
Esempio 2: Strategia di Preparazione al Cash-Out
Immaginiamo Silvia, che possiede un portafoglio di 6 Bitcoin e 100 Ethereum. Ha acquistato i Bitcoin a €20.000 ciascuno e gli Ethereum a €1.000 ciascuno.
Al 1° Gennaio 2025, ogni Bitcoin vale €90.000 e ogni Ethereum €5.000. Giulia prevede di vendere tutti gli Ethereum nel 2025 ma mantenere i Bitcoin.
La strategia ottimale sarebbe rivalutare solo gli Ethereum, pagando il 18% su €500.000 (valore degli Ethereum) = €90.000.
Questo è vantaggioso rispetto al pagamento del 26% sulla plusvalenza di €400.000, che ammonterebbe a €104.000.
Esempio 3: Investimenti con orizzonte temporale lungo
Consideriamo Annarita, una giovane investitrice che ha acquistato 1 Bitcoin a €50.000 a fine 2024 e intende mantenerlo per almeno 15 anni come parte della sua strategia pensionistica.
Con rivalutazione: Pagherebbe immediatamente il 18% sul valore al 1° gennaio 2025 (supponiamo €90.000) = €16.200
Senza rivalutazione: Non avrebbe alcun esborso immediato
Dato l’orizzonte temporale molto lungo e l’incertezza sulle future normative fiscali (che potrebbero cambiare ripetutamente nei prossimi 15 anni), l’impegno immediato di liquidità potrebbe non essere giustificato.
Inoltre, il costo opportunità di quel denaro investito per 15 anni potrebbe superare qualsiasi potenziale vantaggio fiscale futuro.
Come Gestire la Rivalutazione con il Servizio Dedicato
Per supportare gli investitori italiani, Moneyviz (pioniere nella gestione fiscale crypto con oltre 70.000 conti elaborati negli ultimi quattro anni) ha creato un servizio specifico dedicato alla rivalutazione delle criptovalute per il 2025. Ecco come funziona:
1. Import Automatico dei Dati
- Collegamenti API read-only ai principali exchange
- Caricamento CSV con lo storico delle transazioni
- Collegamento a wallet esterni (hardware e software) tramite chiavi estese o indirizzi pubblici
2. Calcolo del Valore e dell’Imposta
- Moneyviz determina in automatico il valore di mercato dei tuoi asset al 1° gennaio 2025, utilizzando fonti affidabili (CoinMarketCap, Uniswap).
- Calcola il 18% dovuto e simula il possibile scenario fiscale delle future vendite. E poi decidi se ha senso rivalutare!
3. Generazione della Documentazione Fiscale
- Produzione dei modelli necessari (Quadro RW, RT, RM, RL, T, W)
- Prospetti dettagliati di ogni criptovaluta
- Istruzioni personalizzate per il versamento dell’imposta (scadenza 30/11/2025)
4. Assistenza Personalizzata
- Self-Service: per chi ha poche operazioni e vuole fare da sé
- Servito: per delegare a Moneyviz la verifica dati e l’elaborazione dei quadri dichiarativi
- VIP: per chi necessita di una consulenza personalizzata con esperti fiscali Moneyviz
In che modo un software di rendicontazione come Moneyviz può aiutarti?
La rivalutazione fiscale delle criptovalute al 18% per il 2025 può essere una opportunità per molti investitori italiani, soprattutto in vista dell’aumento dell’aliquota ordinaria e dell’eliminazione della soglia di esenzione.
Tuttavia, richiede pianificazione, ricostruzione accurata del portafoglio e una strategia ben definita.
Se vuoi sfruttare questo vantaggio in modo semplice e sicuro, il servizio di Moneyviz ti permette di:
- Importare e analizzare tutte le tue transazioni
- Calcolare correttamente l’imposta sostitutiva del 18% e valutarne la convenienza
- Produrre tutti i documenti fiscali necessari per la rivalutazione e la dichiarazione
Inizia a programmare le tue mosse adesso: la finestra temporale fra il 1° gennaio 2025 e il 30 novembre 2025 è breve, ma se pianificherai con attenzione, potrai ottimizzare la fiscalità sui tuoi investimenti in criptovalute e affrontare con serenità il nuovo regime fiscale.